Smettere di fumare per vanità
- Saz
- 10 mar 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 feb 2018
Oggi sono due mesi che non fumo.

Io che ero, sono, una di voi, fumatori incalliti. Ho fumato per 15 anni passando dalle cinque alle venti alle dieci e poi ancora alle cinque sigarette al giorno. Fumavo quanto mi veniva insomma. Quando avevo voglia. Fumavo perché ha un buon sapore.
La prima volta che ho smesso di fumare è stato per sei mesi quando avevo 22 anni. Ero giovane, fresca e immatura. Così un giorno di gennaio mi è venuta la tosse e ho smesso di fumare; poi un altro giorno di giugno ho chiesto una sigaretta al mio amico Luca perché avevo litigato col mio fidanzato di allora, ed ero nervosa. E di punto in bianco la nicotina ha ricominciato a fare parte della mia vita.
Questa volta però è diverso, qualcosa mi dice che non ricomincerò più. Questa volta voglio proprio smettere di fumare. E vi confesso che voglio smettere di fumare per vanità.
C'è che negli ultimi mesi ho realizzato alcune cose. Anzitutto ci sono quelle due mie amiche che hanno smesso di fumare un paio di anni fa e, complice il fatto che ora le veda poco perché mi sono trasferita in Inghilterra, quando le ho incontrate recentemente le ho trovate così bene che mi sono detta: ma vuoi che sia per l'assenza di sigarette?
A questo straordinario ringiovanimento della loro pelle, si è aggiunta una nuova idea che mi ronza in testa da un po': mi sono resa conto che c'è stata un'era della mia vita quando fumare era bello perché aggiungeva (mi perdonino i promotori di tutte le campagne anti-fumo del mondo) valore alle mie esperienze.
Era un vantaggio sociale, ed era anche un brivido. Accompagnava bene il senso di libertà, i viaggi e i tramonti e le albe col mal di gola e le notti seduti sul marciapiede a bere birre e scavarsi il cuore a vicenda. E prima e dopo gli esami, e ballare a braccia alzate d'estate indossando un vestitino striminzito soltanto, e 'dammi un'altra sigaretta perché cioè non ci posso credere sono sclerata'.
Quando ho smesso di fumare la prima volta ero nel pieno di questa stagione della mia vita, e a un certo punto ho deciso di ricominciare perché secondo me ne valeva la pena.
Ora invece penso la pena non la valga più. Tanto vivo in uno Stato in cui neanche le banchine delle stazioni accettano la nicotina e non posso più fumare aspettando il treno che mi porti verso chissà quale nuova avventura. E, soprattutto, ora è iniziato il tempo di preservare. É quel tempo che precede la ristrutturazione e l'accettazione. E siccome ristrutturare è più difficile che accettare perché una volta che si è accettato allora non sarà più necessario ristrutturare spasmodicamente, allora io ho accettato che per me non è più stagione da fumo.
Dico addio alle sigarette e così alla mia giovinezza, alla spensieratezza della gioventù, quella vera. Quella che anche se si fumava un pacchetto di sigarette ce la si cavava con un po' di senso di nausea.
Poi é arrivato il mal di testa. Poi sono arrivate le occhiaie. Poi sono arrivate le cicatrici dei punti neri che hanno fatto infezione intorno alle labbra. Poi sono arrivate le rughe di espressione, e pure il tartaro sui denti.
Ho deciso che non posso ridurmi così orrida in nome del delizioso sapore di una sigaretta. E quindi, sì, ho smesso di fumare per vanità. O almeno lo spero. Perché a livello psicologico fumatori lo si resta se non proprio per sempre, almeno per tanto tempo.
Ed è per questo, bambini, che non dovreste mai iniziare a fumare. Perché a un certo punto smetterà di valerne la pena, e vi resteranno soltanto i polmoni bruciati e il sapore di immondizia in bocca a ogni risveglio.
(E comunque smettere di fumare, se proprio lo si vuole, passate le prime tre settimane, non è poi così difficile.)
Originally published on my blog Gufi da Hogwarts, 10/03/2015
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